Mozione consiliare per una definitiva sospensione delle trivellazioni sul territorio della regione

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MOZIONE PER UNA DEFINITIVA SOSPENSIONE DELLE TRIVELLAZIONI SUL TERRITORIO DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA

 

I sottoscritti Consiglieri Comunali (Francesco Piro, Tiziana Cipriani, William Grosoli)

 

PREMESSO CHE

 

Nel decreto meglio noto come “Sblocca Italia”, convertito in legge 11 novembre 2014, n. 164, all'articolo 38, si evince che:

 

 Tutte le attività connesse allo sfruttamento dei giacimenti nazionali di idrocarburi, con trivelle, e infrastrutture, diventano di interesse strategico nazionale;

 

 Che il titolo concessorio sarà unico, mentre prima era suddiviso in tre fasi: permesso di ricerca, prospezione ed estrazione;

 

 Che tutte le procedure di Valutazione di Impatto Ambientale per le attività di ricerca, prospezione ed estrazione in terra ferma non sono più di competenza delle Regioni, ma accentrate allo Stato;

 

 Che la concessione viene accordata con decreto del Ministero dello sviluppo economico e a seguito di procedimento unico di durata pari a 180 giorni e tramite apposita conferenza dei servizi in cui viene svolta anche la valutazione ambientale strategica (VAS) dei lavori.

 

CONSIDERATO CHE

 

Non solo le opposizioni anche la scienza prova a spiegare al Premier Matteo Renzi perché le scelte adottate in materia energetica nel decreto Sblocca Italia rappresentino un grave ostacolo allo sviluppo economico del nostro Paese. In una lettera firmata da 22 scienziati è contenuto l'appello accorato a ritirare le disposizioni per le trivellazioni. L'appello può essere sottoscritto da altri docenti e scienziati ma anche da semplici cittadini. In sostanza il comitato promotore è composto da 22 scienziati: Vincenzo Balzani (coordinatore), Dipartimento di Chimica “G. Ciamician”, Università di Bologna; Nicola Armaroli Istituto ISOF-CNR; Alberto Bellini Dipartimento di Ingegneria dell’Energia Elettrica e dell’Informazione “Guglielmo Marconi”, Università di Bologna; Giacomo Bergamini, Dipartimento di Chimica “G. Ciamician” Università di Bologna; Enrico Bonatti, ISMAR-CNR; Alessandra Bonoli, Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, dell’Ambiente e dei Materiali, Università di Bologna; Carlo Cacciamani, Servizio IdroMeteoClima, ARPA; Romano Camassi, INGV; Sergio Castellari, Divisione servizi climatici, CMCC e INGV; Daniela Cavalcoli, Dipartimento di Fisica ed Astronomia, Università di Bologna; Marco Cervino, ISAC-CNR; Maria Cristina Facchini, ISAC-CNR; Sandro Fuzzi, ISAC-CNR; Luigi Guerra, Dipartimento di Scienze dell’Educazione «Giovanni Maria Bertin», Università di Bologna; Giulio Marchesini Reggiani, Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Università di Bologna; Vittorio Marletto, Servizio IdroMeteoClima, ARPA; Enrico Sangiorgi, Dipartimento di Ingegneria dell’Energia Elettrica e dell’Informazione “Guglielmo Marconi”, Università di Bologna; Leonardo Setti, Dipartimento di Chimica Industriale, Università di Bologna; Micol Todesco, INGV; Margherita Venturi, Dipartimento di Chimica “G. Ciamician”, Università di Bologna; Stefano Zamagni, Scuola di Economia, Management e Statistica, Università di Bologna e Gabriele Zanini, UTVALAMBENEA; scrive al Premier Renzi: “In particolare, il recente decreto Sblocca Italia agli articoli 36-38 facilita e addirittura incoraggia le attività di estrazione delle residue, marginali riserve di petrolio e gas in aree densamente popolate come l’Emilia-Romagna, in zone dove sono presenti città di inestimabile importanza storica, culturale ed artistica come Venezia e Ravenna, lungo tutta la costa del mare Adriatico dal Veneto al Gargano, le regioni del centro-sud e granparte della Sicilia”. E suggeriscono al Premier Renzi la strategia da seguire: “l’Italia non ha carbone, ha pochissimo petrolio e gas, non ha uranio, ma ha tanto sole e le tecnologie solari altro non sono che industria manifatturiera, un settore dove il nostro Paese è sempre stato all’avanguardia. Sviluppando le energie rinnovabili e le tecnologie ad esse collegate il nostro Paese ha un’occasione straordinaria per trarre vantaggi in termini economici (sviluppo occupazionale) e ambientali dalla transizione energetica in atto”. Gli scienziati ricordano a MatteoRenzi che la vera fonte di energia risiede nel risparmio energetico purché sia adottato come strategia nazionale e non solo come iniziativa del singolo cittadino. Inoltre Sergio Chiesa, geologo del CNR, spiega così l'impatto che l'estrazione di metano può avere sul suolo. «Il gas sottoterra ha una certa pressione» dice lo scienziato, «perciò estrarne grandi quantità modifica l'equilibrio del terreno. Se il giacimento è profondo, in superficie si avvertiranno solo piccole scosse. Ma se il deposito di metano è vicino alla superficie, le cose cambiano e i rischi sono maggiori». In Italia episodi noti riguardano il pompaggio di gas a Salsomaggiore ai tempi di Enrico Mattei e la subsidenza dei terreni a Ravenna.

 

CONSIDERATO ALTRESI CHE

 

 

RITENUTO CHE

 

Tale attività non ha ritorno economico significativo per la cittadinanza e per le Amministrazioni Comunali dal momento che:

 

 Lo Stato incassa il 68% di tasse più il 30% di royalties;

 

 La Regione incassa il 55% delle royalties;

 

 I Comuni appena il 15% delle royalties.

 

Tutte queste somme però sono incluse nel prezzo di vendita del gas insieme al giusto guadagno dei petrolieri. Chi sta pagando quindi? Gli utenti finali nella bolletta a cui si aggiungono accise e IVA che il Governo ha posto sul prezzo di vendita finale.


Per quanto in premessa

 

SI IMPEGNANO SINDACO, GIUNTA E CONSIGLIO COMUNALE

 

1. A farsi promotori di questa iniziativa in tutte le sedi deputate ad esprimersi, in particolare al ministero dello sviluppo economico e dell’ambiente.

 

2. Opporsi in maniera netta, in tutte le sedi deputate ad esprimersi, a qualsiasi richiesta di coltivazione di idrocarburi nel territorio della Regione Emilia Romagna, e nello specifico nel territorio Comunale, a dispetto di qualsiasi rassicurazione o offerta di elementi di compensazione o mitigazione, anche se appoggiati su basi scientifiche, portate a supportodelle richieste stesse.

 

3. Di farsi portavoce di tale iniziativa all’interno dell’Unione del Sorbara.

 

4. Di indire un’assemblea pubblica informativa e di discussione per mettere al corrente la cittadinanza della reale pericolosità della situazione testé documentata, chiamando esperti superpartes.



Si chiede infine l’iscrizione della presente mozione con carattere di urgenza all’ordine del giorno del prossimo Consiglio Comunale, da indirsi prima possibile.