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    CISPADANA: UN RITORNO ALL'800


    Durante l’ incontro organizzato serata indetta dall'Unione Comuni Area Nord per la presentazione del progetto Autostrada Cispadana sono
    state esposte delle teorie di sviluppo degne di una rievocazione storica dei tempi dell’ unità d’Italia.
    Gli slogan sono sempre gli stessi ed hanno cadenze da spot pubblicitari: “investire per creare occupazione” “dare un’infrastruttura che serve al territorio”
    “rilanciare l’economia con opere di importanza strategica”. E’ la stessa ridondanza con cui si persuadono i consumatori ad acquistare al supermercato. Vengono scandite come incontrovertibili formule magiche, senza nessun dato, nè valutazione scientifica od economica sull’impatto di un’opera così imponente.

    Nell’ ottocento la costruzione delle infrastrutture andava di pari passo cono lo sviluppo economico. Oggi invece abbiamo la pretesa che sia la costruzione di infrastrutture a dettare il passo all’economia. In un periodo di crisi le spese andrebbero contenute, gli sprechi tagliati e gli investimenti mirati allo sviluppo delle nuove tecnologie: quelle capaci di dare una risposta alle sigenze odierne, e parliamo in primis di connettività veloce, a basso costo e alla portata di tutti.
    Alle soglie del terzo millennio sembra ormai chiaro un principio: non possiamo pretendere uno sviluppo infinito da un sistema finito.
    Avremmo bisogno delle “autostrade digitali”: fibra ottica su cui viaggiare ad alta velocità idee, immagini, informazioni. Si potrebbe sostituire lo spostamento fisico di uomini ed oggetti con il viaggiare in rete: lavorare da casa, fare incontri e conferenze con le webcam, spedire documenti e file.
    Nel 2011 l’autostrada non rappresenta più il futuro, perché il futuro sta nella riduzione della necessità di spostarsi. Il futuro è liberare l’uomo dalla schiavitù della macchina !
    Bisogna iniziare da una razionalizzazione dei trasporti e dei consumi: estendere il commercio a km zero, incentivare il telelavoro, sviluppare il trasporto collettivo e della mobilità dolce.
    Si è parlato di opportunità di lavoro e di impresa: eppure tutti sanno che non è il lavoro dello stradino o dell’asfaltatore quello che i giovani laureati e precari cercano con maggiore ambizione. Inoltre è ben noto che il ritardo delle nostre imprese non risiede certo nei tempi di consegna ma nell’arretratezza dei loro sistemi comunicativi e della loro presenza su internet. 
Raffaele Ganzerli - Movimento 5 Stelle Area Nord

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