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PIANO GESTIONE RIFIUTI: NEL RESTO DELLA REGIONE  STOPPANO INCENERITORI, A MODENA LO POTENZIANO

A margine della conferenza sul problema della gestione dei rifiuti nella provincia di Modena, tenutasi sabato 29 ottobre u.s. presso la Sala Ulivi, riteniamo utile ribadire alcuni elementi centrali usciti dai vari interventi che si sono susseguiti.

Ha ragione da vendere il consigliere Comunale del Movimento 5 stelle di Carpi Lorenzo Paluan nel suo intervento, quando rivendica l’importanza di presentare un documento di pianificazione e gestione rifiuti alternativo e piu ambizioso rispetto a quello delirante della provincia, assieme a tutti i soggetti che hanno aderito ai principi e alle finalità in esso espressi, contribuendo anche alla sua stesura definitiva.

Liste civiche (tra cui la nostra), associazioni, il Movimento 5 stelle e i suoi gruppi consiliari presenti sul territorio, Rifondazione Comunista. Soggetti che fin dall’inizio del proprio percorso hanno espresso proposte riguardanti una gestione dei rifiuti che segua le linee guida e le priorità dell’Unione Europea, finalizzate in primis alla diminuzione della produzione di materiale non riciclabile, poi al recupero e al riutilizzo di tutta la materia ancora utile e reinseribile nel circuito produttivo ed economico, infine alla progressiva nonché definitiva dismissione di tutti quegli impianti dediti allo smaltimento, sia che essi siano discariche o inceneritori.

La nostra contrarietà alla iniziale versione del PPGR presentato, invece, dalla Provincia sta tutta nelle palesi contraddizioni espresse da quest’ultimo: a fronte di richieste e obiettivi di riduzione della quantità pro-capite di rifiuti prodotti stilate in modo preciso da Bruxelles, la Provincia e le amministrazioni locali invece rispondono prevedendo un aumento sproporzionato di tali quantità, giocando sull’illogico normativo secondo cui numerose tipologie di rifiuti prodotti da attività commerciali, artigianali e industriali vengono assimilate e gestite assieme ai normali solidi urbani.
Invece quindi di puntare con fermezza a riduzione riciclo e riuso, fasi di gestione trattate con superficialità nel piano provinciale, la politica locale fa tutta leva su un’idea davvero “geniale”: potenziare un impianto di smaltimento, l’inceneritore, per depotenziarne un altro, la discarica e bloccare sul nascere l’esplosione della raccolta differenziata oltre il 65%; impianti pericolosissimi tanto l’uno quanto l’altro.

Perché tutto ciò? Perché la Provincia e il Comune di Modena targati soprattutto PD non provano ad alzare la testa e a guardarsi intorno? Se lo facessero, vedrebbero che gran parte del mondo intorno a loro ha cambiato rotta, ivi comprese alcune vicine istituzioni:
Reggio Emilia non realizzerà impianti di incenerimento e potenzierà la raccolta porta a porta spinta su gran parte del territorio provinciale, mentre il Comune di Forli l’adotterà su tutto il territorio Comunale. Infine, addirittura la PROVINCIA DI MILANO, con delibera del 14 aprile 2011 approvata all’unanimità, ha deliberato la richiesta di blocco della costruzione di nuovi inceneritori o di potenziamento di linee esistenti.
In questo scenario, solo a Modena si portano avanti unicamente gli interessi dell'unico gestore degli inceneritori sul territorio, HERA e non dell’intera comunità.

Ecco di seguito il link al video della conferenza stampa del 29 ottobre:

http://vimeo.com/31673464

 Le alternative al piano provinciale rifiuti esistono e costano meno dell’inceneritore, oltre a fare meno male alla nostra salute.
L’inceneritore di Modena, è di fatto il nostro ponte di Messina o il nostro Civis (ovvero un’oper inutile, dannosa e costosa, con la differenza che l’inceneritore lo hanno già fatto, lo amplieranno e ce lo farannno pagare tutto)…

Le organizzazioni che presentano questa proposta alternativa raccolgono migliaia e migliaia di cittadini, la Provincia li ascolterà?


Gabriele Grotti, portavoce Movimento 5 stelle Modena e provincia

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