L’estrazione di idrocarburi dal pozzo “Cavone” della concessione Mirandola è solo
momentaneamente sospesa. Padana energia spa, la proprietà, non ha alcuna intenzione di
rinunciarvi; nè la Regione può impedirlo, nè il Governo pare ne abbia alcuna intenzione.
Perché' il “giacimento Cavone” per il gruppo Gas Plus è un vero e proprio investimento.
A confermarlo è il documento societario di “Resoconto intermedio sulla gestione al 31 marzo
2012″, nel quale analizzando le attività svolte dalla primavera del 2011 alla primavera del 2012
(quasi il periodo oggetto di approfondimento da parte della Commissione Internazionale Ichese)
viene fatto presente agli azionisti che “nonostante il negativo contesto generale i risultati
dimostrano l’andamento positivo del proprio piano industriale, che ha fatto segnare un +18%,
dovuto al positivo andamento della concessione Mirandola."
Sono 90 i giorni decisi per sviluppare un’attività di monitoraggio e di ricerca così come indicato nel
rapporto ICHESE, per capire se e come possa aver influito l’attività del pozzo sui terremoti di
maggio 2012.
La Commissione Ichese ha fatto uno studio statistico, sul nostro territorio, ed ha visto che in un’area
di 4 mila km quadrati c’è stato un aumento della sismicità nell’anno precedente il sisma e nell’anno
precedente è aumentato il prelievo di idrocarburi nella zona.
Padana energia informa inoltre che nel primo trimestre 2012 è stato rimesso in produzione
uno dei pozzi della concessione Mirandola: “Le attività hanno riguardato [...] la registrazione di
profili statici e dinamici di pressione al fondo ed attività di remedial job (lavaggio di fondo pozzo)
per ripristinare le capacità erogative dei pozzi interessati”.
Nell’attesa dei risultati del monitoraggio non può sfuggire l’importanza non solo nazionale che
questo studio comporterà. In Italia l’estrazione di idrocarburi porta nelle casse degli enti
pubblici pochi euro, a Mirandola soli 2411€ secondo gli ultimi dati ufficiali, le royalties sono
estremamente basse, fino al 2013 lo Stato finanziava con soldi pubblici le ricerche delle
compagnie private, questo proprio al fine di sviluppare la produzione nazionale.
Possiamo immaginare che questa scelta di politica strategica nazionale possa essere in qualche
modo condizionata dalle ricerche che si faranno al Cavone?
Errani ha già anticipato i risultati, lo ha fatto nel suo intervento in Assemblea Regionale : i
provvedimenti consisteranno in una più specifica rete di monitoraggio della sismicità indotta dai
pozzi, impensabile chiudere le concessioni.
Abbiamo pagato una commissione internazionale, la Ichese, per sentirci dire che non si può
escludere che le sollecitazioni dovute alle tecniche di estrazione possano avere influenza nello
scatenarsi di terremoti; noi lo diciamo da anni.
Per questo chiediamo che in presenza di faglie attive, come nel nostro caso, le concessioni
debbano essere revocate, non basta sospendere “momentaneamente” il rilascio di nuove
autorizzazioni;
lo abbiamo chiesto con una precisa interrogazione parlamentare.
Chiediamo anche che tutte le scelte in merito devono venir prese a livello locale, dalle comunità
interessate, e quindi diciamo no alla revisione del titolo V della Costituzione che mira a rendere
di esclusiva competenza statale tutta la materia delle autorizzazioni all’estrazione di
idrocarburi anche sulla terra ferma.
Non si tratta solo di amministrare applicando il principio di precauzione, in presenza di rischi certi
va applicato il principio di prevenzione mettendo davanti a tutto la sicurezza dei cittadini,
questo è il buon governo. Al fianco dei Comitati auto organizzati dei cittadini faremo tutto il
possibile per ottenere questo risultato.
M5S Area Nord Modenese