Energie rinnovabili: L'area Nord cresce, ma Bomporto non tra le eccellenze
Articolo tratto da La Gazzetta di Modena
La Bassa modenese si dà al fotovoltaico. E' quanto emerge dalla ricerca di Giorgio Bocchi, tecnico di impianti elettrici, che ha elaborato i dati presenti sul sito del "Gse", nei quali sono riportati numero e potenza degli impianti di produzione di energia rinnovabile dal sole. Si scopre così che ci sono Comuni dove i bisogni energetici di una famiglia su 5 sono soddisfatti in modo non inquinante. «In Italia in due anni - riferisce Bocchi all'esito della sua ricerca - sono stati costruiti tre impianti di fotovoltaico della potenza della dismessa centrale nucleare di Caorso. Mi sembra un dato importante da evidenziare, che non vedo riscontrato nei messaggi pubblicitari». Nella sua ricerca, Bocchi ha attinto ai dati pubblici sugli impianti entrati in esercizio fino al 2010, pochi giorni fa, divisi Comune per Comune. Li ha rapportati alla capacità di quegli impianti e alla quantità di energia che mediamente viene consumata da una persona. Quindi, tenendo conto del numero medio di componenti di ciascuna famiglia (che varia dai 2,63 di Fiorano agli 1,9 di Montecreto) ha calcolato quante delle famiglie, Comune per Comune, potrebbero essere servite da energia solare prodotta in quello Comune. «E' un calcolo ovviamente indicativo - spiega Bocchi - per questioni di carattere generale e perchè rapportato alle famiglie, quindi non al complessivo fabbisogno energetico dei Comuni. I più industrializzati consumano infatti di più, ma è altrettanto vero che ci sono cittadine modenesi dove centinaia di migliaia di metri quadrati di tetti di capannoni industriali potrebbero essere utilizzati per la produzione di energia fotovoltaica. Comunque, si tratta di un dato significativo, su cui poter riflettere». Si scopre così che nella Bassa il Comune più virtuoso è San Prospero, con il 18,57% delle famiglie teoricamente servite dal fotovoltaico, mentre Camposanto non arriva all'1%, anche se va detto che proprio a Camposanto di recente è stato estirpato un frutteto per far posto ad un impianto fotovoltaico (presumibilmente non ancora inserito nei dati ufficiali). Quello dell'utilizzo industriale per il fotovoltaico di terreni agricoli è peraltro uno dei temi più delicati, che ha spinto la Regione a porre un freno normativo al rischio che la speculazione legata agli incentivi finisse per provocare danni al paesaggio e alla risorsa agraria. Tra i Comuni fuori dalla Bassa si segnala che Sassuolo serve col fotovoltaico un potenziale di 239 sue famiglie (1,42%), Modena 1.633 (1,97%), Carpi 940 (3,30%), Castelfranco 461 (3,56%). «Tutti i dati dovranno poi essere eventualmente aggiornati - spiega Bocchi - con l'allacciamento e l'iscrizione di numerosi impianti privati e pubblici che sono stati realizzati negli ultimi tempi, dal momento che entro il 31 dicembre gli incentivi erano particolarmente appetibili».