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Energia per il territorio: dalla regione solo proclami e vecchie idee. Ecco le proposte del Movimento 5 Stelle E.R.

 

fotovoltaico-energia-solare.gifAl convegno regionale "Energia per il territorio" (organizzato dalla Regione Emilia-Romagna per presentare i risultati del Piano Energetico Regionale e illustrare gli indirizzi per il piano energetico 2011-2013) abbiamo ascoltato la solita serie di annunci e proclami.

Si vuole raggiungere un "equilibrio con l'agricoltura ed il paesaggio", ma si continua a lasciare mano libera agli speculatori del fotovoltaico che stanno massacrando il territorio agricolo costruendo impianti su impianti. Troppo difficile partire dai tetti degli edifici pubblici, dalle pensiline dei parcheggi, dal costruito.
Si dichiara di voler incentivare il recupero edilizio, ma si continua a costruire su terreni vergini, edifici che non rispondono nemmeno a criteri costruttivi e di orientamento che erano conosciuti e seguiti già dai nostri nonni.
Si spendono parole sulla "cura del ferro" e poi la maggior parte dei finanziamenti vanno nella costruzione di nuove strade e autostrade.
Continuano con la retorica dell'"energia pulita" e prevedono poi di ricorrere alle biomasse per coprire una quota di oltre il 50% delle energie rinnovabili, mentre di pulito rimane ben poco visto che le attuali centrali non sono altro, quando va bene, che inceneritori con scarti di lavorazione dell'agroindustria.
Proclamano di voler arrestare il ricorso a fonti fossili e poi intanto danno il via alla costruzione di centrali a turbogas e alla ricerca di idrocarburi, con relative trivellazioni, in tutta la regione, incuranti, tra l'altro, dei problemi legati alla subsidenza del nostro territorio.
Non poteva mancare infine un richiamo alle mancanze dello stato centrale che deve ancora fissare i parametri energetici regionali, omettendo però di dire che un bilancio preciso del fabbisogno energetico dell'Emilia-Romagna non è stato ancora fatto.

La prima sfida del M5S
sarà quella di contrastare la politica delle combustioni finora portata avanti dalla regione Emilia Romagna in modo tale da andare realmente verso una decarbonizazzione della nostra economia. Questo realizzando il piano "nessun tetto abbandonato" atto ad accendere i motori della vera centrale elettrica della nostra regione, i tetti dei capannoni e delle abitazione dell'Emilia-Romagna, senza doversi adagiare sui finanziamenti pubblici.
Stessa cosa per gli incentivi finalizzati alla riqualificazione energetica degli edifici; affianchiamo agli interventi del governo un fondo di garanzia per i privati che intendano riqualificare energeticamente la loro abitazione.
Un piano dal quale vogliamo tagliare fuori i grandi speculatori e le grandi compagnie, favorendo la nascita di cooperative di cittadini residenti.
Inoltre, bisognerà battersi affinché i finanziamenti vengano vincolati all'esclusiva installazione di pannelli ad alta efficienza e prioritariamente ad installazioni di piccola taglia destinate all'autoconsumo.
La sfida del futuro sarà quella di avere un Piano energetico a "bilancio zero", tra i livelli di produzione ed i livelli di consumo, che dovrà , in proporzione alla crescita futura di energia prodotta da fonti rinnovabili, veder diminuire e riconvertire gli impianti di produzione di energia da fonti fossili. Chiediamo, inoltre, una moratoria all'autorizzazione di nuove centrali "turbogas" ed a nuove centrali a biomasse che non abbiano la garanzia del Km 0.