Mentre il Decreto 135 viene approvato in Senato, con i rischi di privatizzazione dell’acqua da molti già denunciati recentemente, comincia la mobilitazione.
Puoi firmare online la petizione dei Comitati, clicca qui.
Mentre il Decreto 135 viene approvato in Senato, con i rischi di privatizzazione dell’acqua da molti già denunciati recentemente, comincia la mobilitazione.
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"Caro Beppe,
cosa vuol dire privatizzare? Me lo chiedo da quando, nel 2008, partecipai attivamente ad un Referendum contro la “privatizzazione” di Aimag, società che gestisce Acqua, Gas e Rifiuti nella mia città ed in altri 20 Comuni. Quante volte, in quei giorni, ci siamo sentiti dire dai cittadini che la nostra campagna referendaria era falsa, che avevamo solo mire politiche e che le nostre argomentazioni erano pretestuose, perchè “l'acqua e gli impianti sono pubblici per legge” e quindi non si stava “privatizzando” un bel niente. Non li si può biasimare, assuefatti com'erano dalla martellante propaganda del Pd che poggiava su ragioni inconsistenti e messaggi fuorvianti (il più memorabile dei quali era una cartolina che recitava: “Aimag privatizzata? No, più forte” laddove, trattandosi di Referendum abrogativo, votare No significava pronunciarsi a favore della privatizzazione). A distanza di un anno, l'indomani dell'approvazione del decreto Ronchi, è stranamente il Pd a gridare allo scandalo per la “privatizzazione dell'acqua”, nonostante acqua ed impianti rimangano ancora pubblici per legge. Perciò a Carpi, nel periodo del Referendum, doveva vigere una specie di diktat all'interno del Pd: guardarsi bene dall'usare la parola “privatizzazione”, non parlare neppure di “liberalizzazione”, ma raccontare tutt'al più che si trattava di una “partnership industriale”, come recita bene Bersani(no) nel video. E visto che, nel frattempo, la società che ha acquisito parte di Aimag (Hera) non ha fatto alcuna proposta di sviluppo industriale, sarebbe importante capire non solo il significato della parola "privatizzazione” per il Pd ed il suo segretario, ma anche quello di “partnership industriale”.
Purtroppo, caro Beppe, ora come allora resta vero il pensiero che prendemmo pari pari dal tuo blog ed usammo nel nostro manifesto: “Chi controlla i bisogni primari, controlla la società. Pdl e Pdmenoelle lo sanno bene. Senza acqua si muore, ma se l'acqua viene privatizzata i partiti vivono meglio. I concessionari sanno essere riconoscenti, voti, soldi, poltrone, finanziati dal rincaro dell'acqua per i cittadini”. Con un unica variante: l'offerta di poltrone è diventata biunivoca. Infatti, dopo le ultime elezioni amministrative, un dipendente Aimag ed uno Hera siedono comodamente in consiglio comunale nelle fila del Pd." Andrea Losi. Portavoce della Lista Civica Carpi a 5 stelle
"Scaricate e leggete questo interessante libricino realizzato da Domenico Finiguerra, in cui vengono affrontati con semplicità e chiarezza i temi del consumo di territorio e le diverse scelte operate dal Comune di Cassinetta di Lugagnano per la definizione di un Piano Regolatore/Territoriale a "crescita zero".
L'esperienza di Cassinetta di Lugagnano, alla ricerca dell'altra politica per un'altra Italia |
RISCHIO FIUMI DEL MODENESE
L’analisi di Emilio Salemme, presidente della Consulta per la tutela ambientale
«Alluvioni, ci sono responsabilità politiche»
«Il nostro territorio è a rischio idrogeologico: troppa urbanizzazione e costruzioni inutili»
Il problema delle alluvioni e dei fondi, attesi dalla Provincia per opere di contenimento e messa in sicurezza del territorio, è stato sviluppato da Emilio Salemme, presidente della consulta per la tutela ambientale e dei fiumi modenesi.
«Solo pochi mesi fa il Consiglio Provinciale ha licenziato il Ptcp (Piano territoriale di coordinamento provinciale), che è la gestione dell'area vasta. E' stata sufficiente una nevicata, un disgelo accelerato e un po’ di pioggia per allagare questa zona e provocare smottamenti e frane in montagna.
Ci sono persone – ricorda Salemme - che hanno passato le festività fra terra e acqua.
La memoria aiuta a capire che la politica non si interessa sufficientemente dei problemi e della vita delle persone. Da 15 anni, mi riferisco alla “guerra politica” fra Prodi e Berlusconi, nessuno ha pensato di governare il dissesto idrogeologico».
Salemme ribadisce, poi, come il territorio modenese sia a rischio, e conclude: «I nostri amministratori hanno responsabilità. Mi riferisco a quelli che hanno continuato a urbanizzare, a permettere i dislocamenti e inutili costruzioni che hanno ridotto il nostro Appennino a un enorme campo da sci, inutilizzabile perché la neve non dura. Pensiamo all’ambiente, per tutelare la popolazione».
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